Benessere

Rafforzare il nervo vago attraverso una corretta respirazione aiuta a regolare le nostre risposte emotive nei processi di adattamento.

Il ruolo centrale del nervo vago nella regolazione delle risposte emotive e relazionali e, in generale, nei processi di adattamento all’ambiente è ormai ben chiaro e definito (per chi volesse saperne di più comunque tra poco approfondiremo anche questo aspetto).

È tuttavia meno evidente come renderlo più efficace e aiutarlo a svolgere le sue funzioni in modo corretto.

Le numerose ricerche, anche condotte su gemelli omozigoti, che dimostrano che esiste un tono vagale geneticamente predeterminato; tuttavia ci sono certi stili di vita e comportamenti che risultano ancora più rilevanti di questa eredità genetica nel determinare il tono vagale effettivo di una persona. Quindi diventa molto interessate individuare questi meccanismi per sfruttarli a vantaggio del benessere e dell’efficacia emotiva e relazionale.
Inoltre si è dimostrato   che attraverso le corrette abitudini di vita, comportamenti e atteggiamenti mentali (nel senso che il termine inglese “mindset” rende in modo molto immediato) è possibile creare dei feedback retroattivi tramite i quali stimolare e rinforzare il nervo vago.

I sistemi più noti riguardano la respirazione e la meditazione, ma ne vedremo anche altri molto interessanti ed efficaci.

Il nervo vago manda continuamente informazioni al cervello sullo stato degli organi interni. Circa l’80/90% delle fibre nervose del nervo vago sono proprio dedicate a comunicare dal basso-verso l’alto lo stato dei nostri visceri al cervello. Quando si parla di emozioni o sensazioni di pancia, ci si riferisce proprio a queste informazioni che dagli organi interni arrivano al cervello tramite fibre sensoriali.

Ma non ci sono solo fibre sensoriali nel nervo vago. Le altre fibre nervose sono motorie e collegate al sistema nervoso autonomo.

Le fibre motorie, così come quelle sensoriali, ci torneranno molto utili allo scopo di rinforzare il nervo vago e rimetterlo in grado di svolgere adeguatamente le sue funzioni. Tutte queste caratteristiche riguardano tutti i mammiferi, non solo l’essere umano. Questo fatto costituisce un’ulteriore conferma dell’importanza di tenere sempre in considerazione il parallelismo tra le modalità tipiche di adattamento, sviluppo, autoregolazione e risposte emotive tipiche degli altri mammiferi e quelle dell’uomo.

 

 

 RESPIRAZIONE

respirazioneIl primo modo per agire sul tono vagale è direttamente collegato alla sua funzione di regolazione del respiro e della variabilità cardiaca. Una respirazione lenta e profonda, che coinvolga primariamente il movimento del diaframma è fondamentale. Inoltre è importante fare in modo che l’espirazione sia più lunga dell’inspirazione e avvenga per svuotamento, non come movimento attivo.

Questo tipo di respirazione può essere fatta appena prima o durante un evento stressante per regolare in modo istantaneo la risposta vagale. Tuttavia è tramite la pratica di questo tipo di respirazione due o tre volte al giorno per circa 3-4 minuti che si ottiene una modificazione duratura nel tempo. Dalle nostre ricerche è emerso che alcune persone rispondono a questo tipo di attività in modo significativo già in un paio di settimane, ma la maggior parte ha bisogno di proseguire per 5 o 6 settimane per poter consolidare il cambiamento

 

I rischi di un tono vagale basso

Non tutti i nervi vaghi sono uguali. O meglio: alcune persone hanno un nervo vago più forte, che comporta sapersi rilassare più velocemente dopo uno stress, regolare in modo più efficace il battito cardiaco e il livello di glucosio nel sangue, interagire correttamente con il sistema immunitario per ridurre lo stato infiammatorio quando non è più necessario.

Un indicatore utile per verificare lo stato di salute del nervo vago è noto come coerenza cardiaca. Si tratta di un leggero
incremento del battito cardiaco quando inspiriamo (per velocizzare il flusso di sangue ossigenato) e un leggero rallentamento quando espiriamo.

Maggiore è la differenza tra il ritmo cardiaco in inspirazione e quello in espirazione, maggiore è il tono vagale.  Un tono vagale alto è correlato con alti livelli di benessere psicofisico, mentre un basso tono vagale è correlato con stati di infiammazione cronica, umore ed emozioni negative, isolamento e infarto.

Un tono vagale alto è associato anche con maggiori abilità sociali e psicologiche, dalla capacità di provare empatia a quelle di memoria e concentrazione

Il nervo vago è molto importante per il benessere del nostro organismo. Il nervo in questione contribuisce infatti a stimolare la produzione dell’acido gastrico, regola le attività della colecisti, i movimenti dello stomaco e dell’intestino durante la digestione. Non solo: è un nervo che viene interessato nei movimenti di restringimento dei bronchi e del rallentamento della frequenza cardiaca. Ne deriva che, quando la funzionalità del nervo vago viene compromessa in misura più o meno significativa, si manifestano dei sintomi piuttosto fastidiosi e potenzialmente molto dannosi, che possono coinvolgere varie parti del corpo in maniera più o meno significativa.

Ci sono sempre più ricerche che dimostrano che attraverso le corrette abitudini di vita, comportamenti e atteggiamenti mentali (nel senso che il termine inglese “mindset” rende in modo molto immediato) è possibile creare dei feedback retroattivi tramite i quali stimolare e rinforzare il nervo vago. I sistemi più noti riguardano la respirazione e la meditazione, ma ne vedremo anche altri molto interessanti ed efficaci.

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