Tecniche olistiche

Interrogare il pendolo: Fra magia e scienza

Far emergere, con l’aiuto del subconscio, risposte agli interrogativi esistenziali.

L’abitudine di interrogare il pendolo è antica e anche ai nostri giorni  suscita grande interesse.

L’atto di interrogare  il pendolo o la bacchetta da rabdomante, è sempre stato avvolto da un alone di mistero ed era usato, dai nostri antenati, per rendere visibili cose ritenute “invisibili” e viene definito radioestesia,  da radius (raggio in latino) e aestethes (percepire in greco) questo vocabolo significa semplicemente “percezione di radiazioni”.

Dobbiamo partire dal presupposto che tutte le creature viventi, esseri umani, animali, vegetali ma anche i minerali, sono fatti di energia e che sono circondati da un alone, da un’aura di radiazioni, l’atto di cogliere e localizzare tali radiazioni viene detto radioestesia, e gli strumenti per praticarla sono la bacchetta da rabdomante e il pendolo.

Non si sa con esattezza da quando è iniziato l’uso di tali strumenti, sono state ritrovate testimonianze di pitture rupestri nell’Africa settentrionale, risalenti circa al 6.000 a.C. e in Cina 2.000 a.C.,  (vedi immagine) dove sono chiaramente riconoscibili dei rabdomanti, e ancora documenti d’epoca romana (I° secolo d.C.) raffiguranti persone nell’atto di usare il pendolo.

La bacchetta da rabdomante

Un bastoncino di legno, solitamente di nocciolo, biforcuto e, per la sua particolare forma, è adatto per captare le radiazioni terrestri o di alcuni minerali,  tale ricerca si chiama rabdomanzia ed è spesso usata nelle zone rurali per individuare l’acqua, il luogo ideale in cui edificare, piantare o seminare.

 

   Una delle prime immagini riguardanti la rabdomanzia

 

Per un’applicazione più raffinata della radioestesia si può usare un piccolo strumento, spesso in ottone, il pendolo.

 

Già da lungo tempo la scienza si occupa della funzione e del significato dei movimenti del pendolo detti anche oscillazioni.

Anche Galileo Galilei studiò la durata dei movimenti oscillatori del pendolo e delle sue cause, concentrandosi però soprattutto sulla forza di gravità, la sua misurazione e la variabilità dovuta ai diversi materiali usati.

Recenti ricerche di laboratorio hanno rivelato che deve effettivamente esistere una determinata energia che mette in moto il pendolo e che le sue oscillazioni non dipendono dal caso. Le forze che mettono in moto il pendolo vengono denominate ESP (Extra Sensory Perceptions), è stato inoltre dimostrato, sulla base di esperimenti, che alcune persone sono più sensibili di altre a tale energia.

Quando questo fenomeno viene associato a una domanda e, se c’è sufficiente energia, il pendolo oscilla visibilmente, la risposta può essere dedotta chiaramente usando delle tavole o dal movimento del pendolo che indica il “si” o il “no”.

E’ un argomento vasto e molto interessante che approfondiremo con tante altre informazioni.

 

 

 

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