Il termine Radiestesia fu introdotto dall’abate francese Bouly, che nel 1913 affermava:
“Viviamo in mezzo ad un oceano di radiazioni da noi non percepite, non ci rimane che ingegnarci a captare gli effluvi invisibili che emanano da ogni cosa, costituendo noi stessi dei ricevitori”
Il termine deriva dall’unione di un termine latino RADIUS (Raggio) e l’altro greco AISTESIS (Sensibilità) significa pertanto “Sensibilità alle Radiazioni”.
l’Ing. Pietro Zampa intorno agli anni 20’ del secolo scorso, studioso di radiestesia ed il primo ad introdurla in Italia, ci racconta che:
“La Radiestesia è la scienza che, mediante la captazione delle irradiazioni che ogni corpo od ogni sostanza emette, ci consente di conoscere l’ubicazione, l’entità, la natura, la specie e le qualità, e l’influenza che esercitano gli uni sugli altri. Le irradiazioni sono emanazioni impercettibili direttamente dai nostri cinque sensi. Esse si sprigionano da qualsiasi corpo animale, vegetale o minerale e si espandono nell ’atmosfera più o meno come avviene per le onde sonore, a quelle elettriche e, come dalle ultime scoperte della fisica, noi aggiungiamo le onde gravitazionali. Queste irradiazioni non sono percepibili dai nostri sensi, come già detto, almeno non da tutti, tuttavia quasi tutte le persone normali possono afferrarle, comprenderle, interpretarle, più o meno potentemente, e servirsene, anche mediante piccoli e semplicissimi apparecchi che faranno la funzione per noi, quasi da antenne radio. “
Oggi sappiamo che dentro di noi conteniamo, a livello fisico, tutti gli elementi conosciuti e che la natura, l’universo, è formato da una complessa rete di relazioni, incluso noi stessi come osservatori (come nel principio della “teoria della relatività” elaborato da Einstein) quindi non possiamo parlare della natura e dei suoi fenomeni senza parlare anche di noi.
Sappiamo anche che la materia non è qualcosa di passivo ed inerte, bensì uno stato di minuscole particelle che vibrano e interagiscono fra loro, comportando un flusso continuo di energia e che la massa di una particella, essendo equivalente ad un flusso di energia, non può essere considerata un oggetto statico bensì una configurazione dinamica.
Quindi tutto è energia.
Per maggior chiarezza e per tornare al nostro argomento il radioestesista non è altro che un apparecchio ricevente che capta le onde (energia) emesse dall’oggetto della ricerca e tramite un processo di elaborazione, lo amplia fino a renderlo percepibile.
In sintesi l’uomo è l’antenna!
E questo è il processo di elaborazione:
ENTE RADIANTE – PERSONA RICEVENTE – CERVELLO SELEZIONANTE E AMPLIFICANTE – APPARECCHIO EVIDENZIATORE (pendolo, bacchetta, biotensor).
Tale fenomeno avviene in modo analogo a quello di un apparecchio radio:
STAZIONE EMITTENTE – STAZIONE RICEVENTE – SINTONIZZATORE E AMPLIFICATORE – TRADUTTORE ACUSTICO.
Perciò il radioestesista capta i segnali emessi dall’oggetto, li seleziona, in modo da prendere in considerazione solo quelli che interessano e che, a questo punto, vengono evidenziati dal movimento del pendolo.
C’è da sottolineare che l’operatore è senza dubbio l’elemento più importante!
I profani, invece, nel vedere muovere il pendolo, pensano che sia questo a possedere la magica sensibilità di rivelare l’occulto.
La bacchetta, il pendolo, il biotensor, rivelano quanto avviene intorno a loro e nell’intimo dell’operatore e precisamente nel suo sistema neuro-psichico.
Le spiegazioni si trovano nelle radiazioni della materia, nelle forze terrestri, nella trasmissione del pensiero e certamente anche nella nostra capacità di intuire che ci mette in contatto in modo inconscio con tutto ciò che si può conoscere, sapere, comprendere (inconscio collettivo).
Nel prossimo appuntamento approfondiamo l’uso del pendolo, fateci sapere se vi interessa l’argomento