Psicologia spirituale

Le radici dell’attaccamento e delle dinamiche emotive negative

Una persona si “attacca” ad un altra, solo nella misura in cui questa l’ha “incastrata” in un ruolo inconscio da recitare nel suo dramma interiore a causa dei suoi nodi karmici e blocchi psichici irrisolti.
E lo fa,senza rendersene conto, ovviamente.

Si usa l’altro come proprio “centro” perché si è scollegati dal proprio centro, e questo implica una lunga serie di conseguenze…di cause ed effetti, non sempre piacevoli, ne’ sempre utili.
Ognuno, finché non si risveglia e non esce da questo gioco, ha bisogno di qualcuno su cui proiettare un proprio complesso interiore che si porta dietro dall’infanzia, e alle volte, anche dalla vita precedente: ci s’innamora di colui o di colei che rappresenta lo schermo ottimale sul quale proiettare il proprio materiale psichico irrisolto.
Non è amore appunto, ma innamoramento.

Riflettete sulla differenza che passa: dal piacere di stare con qualcuno, rispetto al bisogno di stare con qualcuno; le dinamiche che si manifesteranno nelle nostre relazioni e amicizie…saranno diverse, per non parlare degli attriti.
Dove l’amore, innalza l’essere e lo libera; e dove invece, l’innamoramento lo abbassa e lo ingabbia (passata la sbornia emozionale ed ormonale) in un complesso sistema di transfert e di contro transfert per rivivere parti di se’ rimaste in ombra, di questa vita, e di quella precedente, dove spesso i ruoli tenderanno ad invertirsi, anche in questa stessa vita.

E il tutto continua all’infinito finche’ non ci si risveglia da questo incubo e non si riconosce la nostra vera natura interiore e spirituale.
Allora, non avendo più nulla da proiettare, non avrai più “bisogno” di una relazione basata su delle “dinamiche psicologiche irrisolte” (cose rimaste in sospeso, che poi generano dei blocchi psichici molto profondi, e dei nodi karmici), ma solo il piacere di avere qualcuno con cui condividere il tuo essere.
Niente più conflitti.

Niente più aspettative, ne’ pretese.
Niente attaccamento morboso e dinamiche negative.

La quantità di pretese sottintende: molto materiale psicologico irrisolto e sepolto in profondita’, e molti lati ombra che necessitano di essere affibbiati a qualcuno.
Uno sta male da solo, semplicemente perché non sa dove buttare il suo carico interno di complessi che egli stesso non accetta come suoi, di fatto: ha bisogno di qualcuno su cui scaricarli.
Se vieni abbandonato ti tocca riprenderti il tuo materiale, e questo, genera molta sofferenza, solo che non vedi la vera causa di questa sofferenza, perché essa è molto profonda, non superficiale. Molto profonda. Molto antica.
Il lavoro consiste allora nel ritirare al nostro interno le proiezioni ed integrarle coscientemente.

E non hai bisogno di nessuno per farlo.

Non servono schermi ne’ proiettori. Serve la meditazione, la preghiera, e molti altri metodi interiori e spirituali.

Ad esempio: se in te c’è molta rabbia, ma per vari motivi ideologici, tu rifiuti di riconoscerla in te stesso, perché magari non ti piace che gli altri ti vedano in questo modo perché hai un immagine da difendere, ecco allora che la neghi, la rifiuti, e la reprimi profondamente al tuo interno.
Ma la rabbia mica scompare.

L’energia della rabbia attirerà qualcuno nella tua vita su cui potrai proiettare questo tuo lato negato.
Qualcuno che incarna per te una persona rabbiosa ed aggressiva, e tu allora, inconsciamente la provocherai affinché essa si arrabbi con te, ed il gioco sarà fatto. Non sono io quella che si arrabbia, ma tu.
Rabbia proiettata sull’altro.
E tu ne esci pulita.
Se l’altro non si arrabbia, allora farai di tutto per provocarlo, inconsciamente ovviamente, affinché reciti per forza di cose questo ruolo per te.
Altrimenti, saresti costretta a riprendertelo.
Osserva quanto si arrabbiano quelli che cercano di farti arrabbiare, ma non ci riescono perché rimani indifferente.

Perché pensi che si arrabbino di più?

Perché sono costretti a riprendersi la loro proiezione, e la loro stessa rabbia. Semplice. Basta essere consapevoli ed osservare senza giudicare.
E questo gioco vale per ogni tendenza, per ogni caratteristica ed energia negata e proiettata sugli altri, vale per ogni energia non ancora integrata: gelosia, invidia, mancanza di libertà, senso di colpa, avidita’, senso di inferiorità, depressione, debolezza, mancanza di volontà, chiusura emotiva, risentimento, vendetta, ecc.

Vedere per capire. Capire per uscire da questo stupido gioco. Una volta per tutte.

Solo allora capirai la differenza fra l’amore reale e tutto falso amore, quello carico di proiezioni e di aspettative: un surrogato d’amore carico dei nostri lati ombra che proiettiamo sugli altri.
L’amore…eleva e rende liberi, l’innamoramento abbassa l’essere, lo carica di enormi pesi psichici e karmici.
Osserva: non sei consapevole di chi ti innamori, né del perché.
Serve molta consapevolezza per vedere profondamente la vita, molta chiarezza interiore per riuscire a penetrare i segreti dell’esistenza.
E se non stai attento, al massimo cambierai lo schermo/persona, e questo ti darà un sollievo momentaneo, un po’ di pace, perché lo schermo e’ nuovo ed eccitante, ma la mente e’ vecchia, ed è sempre la stessa che proietta.
Questione di tempo, passata la sbornia/novità ed ecco che riparte il proiettore karmico.

I meccanismi sottili del Samsara sono molto intelligenti, meccanicamente intelligenti, e molto efficaci nel portarti e nel mantenerti in uno stato di sogno.
Maya…e non ti svegli mai.
Cambi solo di ruolo nel sogno, come cambi i ruoli agli altri, ma tu continui a dormire e a sognare.
Ma attenzione: liberando te stesso, liberi anche gli altri dal ruolo che sono costretti a recitare inconsciamente per te. Anche, se molto spesso, essi non sono pronti a liberarsi a loro volta.
Ma questo non dipende più da te…
Rifletti sul perché le persone si irritano quando non soddisfi le loro aspettative.

A che che cosa credi che le “aspettative” siano legate…in fondo?

Al ruolo che devi recitare nel loro dramma
Secondo loro, dovresti essere “onorato” del fatto che ti hanno scelto per recitarlo.
Molti lo chiamano “amore”, altri semplicemente…rispetto.
Comunque sia,e’ solamente “sonno” al servizio del karma.
Bisogna capire che il karma può operare solo se le persone dormono, e se si assoggettano passivamente al ruolo che le viene imposto.

Uno sta male da solo, a causa della pressione del carico interno che non riesce ad affrontare, accettare, ed integrare coscientemente in se stesso.
Ha bisogno di qualcuno su cui scaricare una parte di questo peso, affidando ad altri, ruoli e parti di se stesso che non riesce a vivere, spesso: obbligandoli a recitare una parte nel suo film karmico personale.
In pratica: una relazione sana sarà basata sulla condivisione del proprio essere integrato, dove si tenderà a condividere le proprie qualità liberate e risvegliate, non le proiezioni inconsce, e tutto il proprio carico interno di materiale represso che genera solo reazioni emotive negative e stupidi conflitti.

Osserva:

il partner o l’amico/a si arrabbia, solo quando esci dal suo copione, copione che egli stesso non riconosce consciamente, ma tanto…sarà il suo inconscio a reagire automaticamente, ci penserà l’inconscio a riportarti nel dramma ogni qual volta cercherai di uscirne. Il suo inconscio tenterà sempre, prima con le buone, e se non basta, anche con le cattive, di riportarti al posto che ti spetta…nel suo film.
Nessuno può dirsi libero se non esce da tutto questo.
Nessuno potrà essere realmente “se stesso” se non esce prima da tutto questo.
Inoltre: tutto quanto scritto sopra, vale anche nel caso delle “proiezioni positive”, o parti di noi viste negli altri come qualità o potenzialità, che al momento, non siamo ancora in grado di riconoscere in noi stessi.
Ed allora, proveremo un forte attaccamento verso tutti coloro che in qualche maniera, incarneranno delle caratteristiche che noi non abbiamo ancora liberato, vedi ancora: l’innamoramento come meccanismo proiettivo.

Ma attenzione anche qui:

1. Si rischia di andare a rimorchio, di vivere attraverso le qualità di un altro, pur di non fare la fatica di liberare le nostre qualità interiori.
2. Si rischia che, prima o poi, si inizi a ribellarsi verso queste persone, a causa dell’invidia e delle gelosia, che si potrebbe ad un certo punto provare; ed anche qui, solo per non fare lo sforzo di liberare le qualità in noi stessi…quelle che percepiamo nell’altro.
Il Buddha e tutti quanti i profeti ed i grandi maestri, non fanno altro che parlare di LIBERAZIONE…ma liberazione da cosa?

Osservare per capire, e capire per liberarsi: perché se non lo trovi, innanzitutto dentro te stesso, non lo troverai neanche fuori, quello che vai cercando.
Roberto Potoniak

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