I significati simbolici dell’acqua si possono ridurre a tre temi fondamentali: sorgente di vita, mezzo di purificazione, centro di rigenerazione.
Vi è anche un’acqua più misteriosa l’acqua della saggezza, essa è nel cuore del saggio, egli è simile ad un pozzo e le sue parole hanno la forza di un torrente.
Come per la terra, occorre distinguere tra superficie e profondità dell’acqua la navigazione in superficie indica i pericoli dell’esistenza mentre le regioni sottomarine si riferiscono all’inconscio.
Significati simbolici dell’acqua
Vita – Mozione – Rinnovo – Benedizione – Intuizione – Riflessione – Subconscio – Fecondazione – Purificazione – Trasformazione.
“L’acqua è delle origini. Da acque mitologiche originò l’universo, da acque oceaniche affiorarono le terre emerse, in acque marine si formò la vita, in acquosità uterine si sviluppa il feto, in brodi di coltura crescono colonie biologiche. Eraclito assunse l’immagine di un fiume a esprimere l’universale fluire dell’esistenza: panta rei, tutto scorre nella vita e in ciò che è vivo” ( C. Widmann, Gli arcani della vita. Una lettura psicologica dei tarocchi, Roma, Edizioni Magi, 2010, p. 276).
Ecco come bisogna essere! Bisogna essere come l’acqua. Niente ostacoli – essa scorre. Trova una diga, allora si ferma. La diga si spezza, scorre di nuovo. In un recipiente quadrato, è quadrata. In uno tondo, è rotonda. Ecco perché è più indispensabile di ogni altra cosa. Niente esiste al mondo più adattabile dell’acqua. E tuttavia quando cade sul suolo, persistendo, niente può essere più forte di lei. (Lao Tzu)
L’acqua è associata alla nascita perché dona la vita, come succede durante la gestazione che ci vede immersi per 9 mesi in acqua. Tuttavia ha anche un’accezione negativa legata alla morte sebbene quest’ultima, come si evince dalle varie tradizioni, preceda sempre la rinascita. D’altronde la stessa gravidanza è un passaggio dalla morte alla vita perché la vita nel grembo materno in condizione fetale muore nel momento in cui il bambino esce dal pancione, divenendo a tutti gli effetti un essere umano.
Tutti noi siamo fatti per più del 60% di acqua perciò possiamo paragonare noi stessi alle varie allegorie e miti esistenti.
Con un parallelismo inerente alla nostra interiorità, inoltre siamo in grado di comprendere il simbolismo inerente alla circolazione, la vita, la coesione e la nascita associando le acque creative della terra con i liquidi presenti nel nostro corpo.
L’accesso diretto rischia di diventare insostenibile. Il primo aiuto deve partire da tutti noi.
Se infatti escludiamo la percentuale di acqua salata (97%) e quella intrappolata nei ghiacci (2%) siamo rimasti con un misero 1% a disposizione del genere umano… ed il discorso inizia a farsi preoccupante.
Quando si parla di crisi prossima ventura (riferita ai paesi “occidentali” e “civilizzati”) vuol dire che stiamo comunque cinicamente ignorando lo stato di emergenza in cui già ora i paesi deboli (perché poveri, in via di sviluppo, geograficamente collocati in zone aride, ecc.) devono far fronte. Poi dobbiamo aggiungere l’esplosione demografica dell’ultimo secolo (dove la popolazione umana è praticamente triplicata) ed il conseguente aumento dei consumi, nella spaventosa percentuale del 600%. E siamo arrivati alle soglie del tracollo, con scenari futuri inquietanti.
Ogni anno, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, viene evidenziato un aspetto specifico legato all’uso e alla gestione dell’acqua corrente. Questo al fine di indirizzare in modo efficace le molteplici sfide legate a questa risorsa. Le “acque reflue” sono il tema attorno al quale si svolge la celebrazione della Giornata Mondiale dell’Acqua
Oggi circa 2 miliardi di persone al mondo consumano acque reflue per abbeverarsi e nella preparazione di cibo. L’utilizzo di acque contaminate e le scarse condizioni igieniche di gran parte della popolazione causano circa 842.000 vittime ogni anno. Le città della maggior parte dei paesi in via di sviluppo non dispongono di infrastrutture e risorse adeguate per gestire in maniera sostenibile ed efficiente le acque reflue.
Un uso corretto e consapevole dell’acqua può contribuire a proteggere questa risorsa preziosa e, allo stesso tempo, risparmiare sulla bolletta. L’accesso diretto all’acqua pulita è un’emergenza planetaria, un problema crescente che rischia di diventare insostenibile entro il 2050 – come sottolineano le Nazioni Unite – quando la domanda d’acqua sarà cresciuta del 55%.
La parola d’ordine, quindi, è buone pratiche: anche una piccola azione quotidiana da parte di ognuno di noi può contribuire a spegnere la spia rossa dell’emergenza. Una buona abitudine potrebbe essere quella di tenere aperti i rubinetti soltanto per il tempo necessario: per esempio quando ci si lava i denti o ci si fa la barba può essere chiuso durante il tempo in cui non si utilizza. Per evitare lo spreco, inoltre, si può applicare un riduttore di flusso ai rubinetti di casa e scegliere di fare la doccia invece del bagno: riempire la vasca “costa” infatti quattro volte di più.
E ancora: lavare piatti, la frutta e la verdura in una bacinella e usare l’acqua corrente solo per il risciacquo; installare lo “sciacquone intelligente”, per due differenti volumi d’acqua. Per il lavaggio dei piatti e le altre stoviglie, inoltre, può rivelarsi utile l’impiego dell’acqua di cottura della pasta per sgrassare e favorire un più rapido lavaggio successivo.
Non limitare il proprio impegno a favore delle risorse idriche alla sola Giornata mondiale dell’acqua ma è fondamentale mettere in atto una serie di buone abitudini durante l’intero arco dell’anno.
Traducendo in numeri stiamo parlando di una differenza tra i 500-800 litri d’acqua disponibili a persona nei cosiddetti paesi industrializzati ed i 60-150 a disposizione di una persona che vive in una paese debole.
Occorre prendere coscienza del problema ed affrontarlo a tutti i livelli per scongiurare proprio quegli scenari apocalittici che prevedono tra meno di un ventennio di paragonare l’acqua al petrolio: un bene prezioso in via d’esaurimento.
Questa distanza tra le necessità dei popoli e le decisioni prese dai governi (che, se non ricordiamo male, quei popoli dovrebbero rappresentare…) è il primo nodo da sciogliere in questa intricata matassa perché altrimenti tutta la buona volontà, l’ingegno e l’applicazione delle singole persone non saranno sufficienti.
Anche in Italia l’acqua è un problema, anche in Italia c’è chi ne ha molta e chi pochissima, anche in Italia i bisogni di molti si scontrano con gli interessi di pochi.
Sia il progresso tecnologico che il riaffermarsi di metodi di risparmio e controllo dell’acqua antichissimi (ma di stretta attualità) possono aiutare la civiltà a risolvere l’emergenza idrica.
Concludiamo, per ora, con questo bellissimo pensiero di Jung…e non dimentichiamo che l’acqua è vita, la nostra!
L’acqua in tutte le sue forme – in quanto mare, lago, fiume, fonte ecc.- una delle tipizzazioni più ricorrenti dell’inconscio, così come essa è anche la femminilità lunare che è l’aspetto più intimamente connesso con l’acqua”, Carl Gustav Jung (1) C.G. Jung (1955-1956), «Mysterium coniunctionis», in Opere, vol. XIV, t. 2, Torino, Boringhieri, 1990, p. 285