Ambiente

Oli essenziali estratti da “erbacce” per combattere le stesse erbacce

Le erbe infestanti possono eliminare se stesse.

Questo nuovo sistema potrebbe rivoluzionare il mondo degli erbicidi.

La ricerca, durata tre anni e condotta sia in laboratorio che in serra, ha individuato cinque specie da cui sono stati estratti oli essenziali particolarmente efficaci: l’achillea (Achillea millefolium), l’assenzio annuale (Artemisia annua), l’assenzio dei fratelli Verlot (Artemisia verlotiorum), la santolina delle spiagge (Otanthus maritimus), e la Nappola (Xanthium strumarium).

E’ quanto emerge da uno studio dell‘ateneo pisano che ha individuato un erbicida naturale contro le erbacce ricavato dagli oli essenziali di quelle stesse erbe. A realizzarlo e sperimentarlo è stato un gruppo di ricercatori di Scienze agrarie e farmacia dell’Università di Pisa che sull’argomento ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista Weed Research.

L’idea di partenza era di valutare l’efficacia delle sostanze naturali per combattere le piante infestanti in modo ecologicamente sostenibile, soprattutto alla luce dei progressivi divieti e/o limitazioni di usare alcuni erbicidi convenzionali per il loro impatto sull’ambiente e per i rischi per la salute. “Nessuno quindi – sottolinea il ricercatore, Stefano Benvenuti – aveva pensato di usare gli oli essenziali estratti dalle ‘erbacce’ per combatterle.

“Questi erbicidi naturali possono essere usati come quelli tradizionali sia nella fase di pre-impianto della coltura, quindi senza problemi di selettività nei confronti di una coltura ancora assente, sia localizzandone la distribuzione in presenza della coltura stessa – conclude Benvenuti – tuttavia l’impiego di maggiore innovazione potrebbe essere quello in città, dai marciapiedi, ai bordi stradali a tutte le aree spesso colonizzate da specie indesiderate”.

Interessante l’intuizione alla base della ricerca, usare gli oli essenziali delle erbacce contro le erbe infestanti, oltre che pionieristica.

La Coalizione Italiana StopGlifosato, che nel 2015, dopo che la IARC, l’agenzia ONU per la ricerca sul cancro, ha classificato il glifosato come tra i probabili cancerogeni per l’uomo, ha lanciato la campagna #StopGlifosato. “Nel 2014 la produzione mondiale di glifosato ha superato le 800.000 tonnellate; il trend purtroppo nei prossimi anni è destinato a crescere e si stima che entro il 2020 la richiesta possa raggiungere il milione di tonnellate”.

Ma funziona?

Per rispondere alla domanda  sull’efficacia delle sostanze naturali nel contrasto alle piante infestanti, il team, che ha condotto la propria ricerca per tre anni in laboratorio e in serra, ha testato alcune specie della famiglia delle Asteraceae considerate “fonte di erbicidi naturali”. Venti, quelle raccolte durante il periodo di fioritura, di cui sono state, quindi, valutate resa e qualità degli oli essenziali, con verifica della “inibizione delle germinazione e crescita delle erbacce”. Fra le specie più promettenti quelle già citate e che sono state usate per esperimenti  condotti su due erbacce: Amaranthus retroflexus o amaranto comune e Setaria viridis o pabbio comune.

La metà delle specie” spiegano i ricercatori “ha mostrato una resa sufficiente di olio essenziale (da circa 0,1% a 1,43%) durante la sperimentazione di questi fitochemicali in vitro come inibitori della germinazione di due erbacce tipiche, Amaranthus retroflexus e Setaria viridis. Nonostante la maggiore tolleranza di S. viridis, la concentrazione di 100 μg di L-1 di oli essenziali delle due specie Artemisia e Xanthium strumarium potrebbe inibire totalmente la germinazione. Inoltre, a 10 μg di L -1, gli stessi oli essenziali hanno mostrato la completa inibizione dei semi di A. retroflexus. Un confronto della loro efficacia a dosi non ottimali ha portato ad un’ulteriore selezione delle fonti più promettenti di oli essenziali.

 

“È stata riscontrata” spiegano i ricercatori “una riduzione del peso fresco vegetale (circa il 20% -30% dopo 10 giorni) e il contenuto di clorofilla (distrutto, dopo la stessa quantità di tempo), confermando quindi la totale e rapida efficacia di questi oli essenziali. In sintesi, A. annua e X. strumarium hanno suscitato notevoli interessi agronomici e sembrano essere adatti come fonte di oli essenziali per agire come erbicidi naturali”.

 

E’ una soluzione che presenterebbe anche notevoli vantaggi economici perché si tratta di piante che hanno costi agronomici limitati, soprattutto da un punto di vista idrico, e così paradossalmente anche specie spontanee ancora prive di un’utilità possono diventare amiche dell’uomo e dell’ambiente“.

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