Ambiente

Tangier affonda? Macché cambiamenti climatici, costruiamo un muro.

Nella baia di Chesapeake Bay, Virginia c’è l’isola di Tangier.

E’ uno dei posti più isolati e suggestivi degli Stati Uniti, si trova ad appena quattro metri di altezza sul livello del mare e conta 727 abitanti.

 

Il mare che lambisce l’isola si sta però alzando sempre più. Oltre all’innalzamento del livello delle acque, l’erosione costiera ha subito un’accelerazione, entrambi i fenomeni sono esacerbati dai cambiamenti climatici e rischiano di sommergere completamente l’isola in poco tempo. Nonostante la preoccupante situazione di Tangier sia strettamente legata ai mutamenti del clima causati dall’impatto antropico, gli abitanti dell’isola continuano a negare l’esistenza del riscaldamento globale. In poco più di un secolo e mezzo, dal 1850 ad oggi, la superficie dell’isola di Tangier si è ridotta del 67 % e gli allagamenti dovuti all’innalzamento del mare sono stati sempre  più frequenti. Gli scienziati ritengono che nel giro di pochi decenni l’isola sarà inghiottita dalle acque, secondo uno studio condotto nel 2015 da una squadra di ingegneri dell’esercito ci vorranno circa cinquanta anni.

 

 

 Nonostante l’opinione degli studiosi gli abitanti dell’isola  non credono nei cambiamenti climatici e chiedono la costruzione di un muro che possa frenare l’erosione e salvare Tangier.

“Gli abitanti chiedono una parete in grado di prevenire l’erosione – ha spiegato il sindaco della città, James Eskridge – non una conferenza su come salvare il mondo con i pannelli solari”.

”Gli esperti parleranno con tutti – ha dichiarato James Eskridge, sindaco della comunità – ma non riusciranno a cambiare la mentalità di questo posto”. Gli abitanti dell’isola infatti non credono nel cambiamento climatico ma chiedono la costruzione di un muro che possa frenare l’erosione. Secondo un sondaggio dell’agenzia Reuters un terzo degli americani, soprattutto persone aderenti al partito repubblicano, rifiuta di credere a qualsiasi teoria che spieghi i recenti sconvolgimenti dell’ambiente attraverso l’inquinamento e il conseguente aumento delle temperature. Questo approccio ha trovato un nuovo alleato nel presidente Donald Trump che ha definito il cambiamento climatico una frode e ha scelto di cancellare il ”Clean Power Plan”, il piano voluto dall’amministrazione Obama che limitava le emissioni di gas serra nell’aria. Secondo un rapporto pubblicato dal New York Times e redatto con il tributo di 13 agenzie federali, la temperatura media negli Stati Uniti è aumentata sempre di più e gli ultimi sono stati gli anni più caldi degli ultimi 1500 anni.

1/3 degli americani nega i cambiamenti climatici, mentre meno di 1/3 crede che il riscaldamento globale rappresenti una minaccia imminente per gli Stati Uniti.

L’isola di Tangier è il simbolo della crisi climatica mondiale, da un lato ci mostra l’ineluttabilità dei cambiamenti climatici che noi stessi abbiamo provocato, dall’altro il rifiuto di accettare le conseguenze delle nostre azioni e di prendere provvedimenti adeguati

 

 

 

 

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