Una morte su sei: l’inquinamento uccide più di guerre, fame e disastri. Atmosferico, idrico oppure legato all’ambiente di lavoro, nel 2015 l’inquinamento ha provocato qualcosa come 9 milioni di morti in un anno.
A fornire questo quadro è una ricerca condotta da circa 40 scienziati internazionali che si sono avvalsi dei dati dello studio Global Burden of Disease dell’Istituto per le Metrici e la Valutazione della Salute all’Università di Washington, pubblicata sulla rivista medica The Lancet.
Nel 2016, 32 città italiane hanno superato la soglia di polveri sottili consentita per legge. Ad aggiudicarsi la maglia nera, secondo i dati diffusi da Legambiente su dati Arpa, è Torino.
Legambiente ha proposto 10 punti per migliorare la qualità dell’aria
1) Ridisegnare strade, piazze e spazi pubblici delle città per favorire sicuri spostamenti a piedi e in bicicletta
Oggi l’80% dello spazio pubblico è destinato alla carreggiata e al parcheggio: ribaltare progressivamente questo rapporto favorendo lo spazio pedonale, della relazione (con panchine e tavolini), del mercato e dello scambio, in cui far convivere tram e mezzi di locomozione diversi (dalle tavolette alle bici, quadricicli leggeri e city car).Il ridisegno degli spazi urbani deve essere accompagnato dalla creazione di zone 30, in cui imporre il limite di velocità massimo di 30 km/h.
2) Una rete che attraversa la città per aumentare la connessione delle piste ciclabili
L’esperienza delle città europee dimostra che si può arrivare ad avere numeri significativi di spostamenti in bicicletta se si passa da una visione di piste ciclabili ad una di “rete” che attraversa, nelle diverse direttrici, la città. Per far questo Comuni e Regioni devono prevedere piani e programmi specifici e per le risorse economiche serve un’azione da parte del Governo che co-finanzi insieme a Comuni e Regioni gli interventi.
3) Una mobilità verso “emissioni zero”
Oggi è possibile muoversi ad emissioni (quasi) zero: non solo a piedi o in bici, ma anche con la trazione elettrica (e-bike, moto, auto, bus), almeno per il 90% degli spostamenti quotidiani degli italiani (al di sotto dei 100 Km al giorno). Per far questo lo stato deve cessare tutte le agevolazioni e gli incentivi (vedi autotrasporto) alle vecchie tecnologie “fossili” e concentrare politiche, incentivi e agevolazioni esclusivamente sulle tecnologie a zero emissioni.
4) Bus più rapidi, affidabili ed efficienti
L’aumento di velocità del trasporto pubblico si ottiene attraverso strade dedicate e corsie preferenziali. Questo intervento è a basso costo per le amministrazioni comunali e velocemente realizzabile. Per capire l’importanza della sfida vale la pena citare il dato (fonte Legambiente, Ecosistema Urbano) di Roma: oggi la città ha solo 112 km di percorsi di bus in sede dedicata/protetta su un totale di 3636 (appena il 5%).
5) 1000 treni pendolari, metropolitane, tram e 10 mila bus elettrici o a bio-metano per il trasporto pubblico nelle aree urbane
Occorre potenziare il trasporto pubblico, oggi inadeguato, e intervenire con un ricambio del parco pubblico circolante, spesso troppo vecchio, per diminuire l’utilizzo dell’auto e ridurre gli impatti rispetto al parco esistente. Per far questo il governo e il parlamento devono stanziare le risorse attraverso una programmazione pluriennale per treni, metro, tram, autobus in un fondo che coinvolga le regioni e i comuni.
6) Fuori i diesel e i veicoli più inquinanti dalle città
Fissare standard ambientali sempre più alti per l’utilizzo dei veicoli privati circolanti nelle città, crescenti negli anni, con limiti nei periodi di picco in modo da avere un quadro chiaro delle prestazioni che si vogliono raggiungere nel parco circolante e stimolare l’innovazione e gli investimenti delle imprese.
7) Solo uno spostamento su tre in macchina entro 5 anni
Tutte le città con più di 50mila abitanti e i comuni capoluogo devono promuovere gli spostamenti con mezzi pubblici, in bicicletta, bici a pedalata assistita, con personal movers elettrici leggeri, sharing mobility, car pooling e soprattutto a piedi, con l’obiettivo (crono programma ben definito) di limitare la circolazione dei mezzi privati a motore non più di un terzo dei chilometri percorsi in città. Su questo deve intervenire il governo, con un decreto legge e linee guida rivolte ai piani comunali, prevedendo obiettivi a premi e disincentivi, e imponendo alle regioni nuovi Piani risanamento dell’aria e di trasporto.
8) Road pricing e ticket pricing
Per limitare l’ingresso nei centri abitati di veicoli inquinanti e per favorire la mobilità dolce e l’uso di veicoli più efficienti e a zero emissioni, bisogna istituire zone a pedaggio urbano (sul modello dell’AreaC milanese) e implementare una differente politica tariffaria sulla sosta. I ricavi ottenuti devono essere interamente vincolati all’effettiva messa in regola del trasporto pubblico locale e di forme sostenibili di mobilità.
9) Riqualificazione degli edifici pubblici e privati, per ridurre i consumi energetici e le emissioni inquinanti
Avviare concretamente la riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato per renderlo davvero sicuro (dal rischio sismico e idrogeologico) e ad energia “quasi zero”, con l’obiettivo di riqualificare in 30 anni tutti gli edifici pubblici e privati, ovvero il 3% all’anno. Per fare questo si stimano oltre 400 mila interventi all’anno tra ristrutturazioni radicali e ricostruzioni.
10) Riscaldarsi senza inquinare
Vietando l’uso di combustibili fossili, con esclusione del metano, nel riscaldamento degli edifici e incentivare, a partire dalle aree urbane, l’utilizzo delle moderne tecnologie che migliorano l’efficienza e riducono le emissioni. Facendo rispettare l’obbligo di applicazione della contabilizzazione di calore nei condomini per ridurre i consumi da subito e attuando in modo sistematico i controlli sulle caldaie (come previsto dalla legge) (compresa l’edilizia pubblica) e sulle emissioni prevedendo un sistema sanzionatorio efficace.
E’ notizia di questi giorni che uno studio è stato effettuato su 2600 bambini di età compresa tra i 6 e i 10 anni, mettendo a confronto i livelli di attenzione dei ragazzi e i loro risultati nei test svolti, in particolare a quelli completati durante le giornate con livelli molto elevati di smog e inquinamento atmosferico.
Stando a quanto pubblicato dai ricercatori spagnoli sulla rivista Epidemiology nelle giornate di livelli più elevati di smog e inquinamento atmosferico legato al traffico cittadino, i bambini hanno fatto registrare un rallentamento del loro rendimento.
“Gli agenti inquinanti, ed alcune sostanze neurotossiche emesse dalle autovetture, hanno effetti potenzialmente dannosi sullo sviluppo neurologico e sulle prestazioni cognitive dei bambini in età scolare”. In modo particolare le emissioni diesel sembrano responsabili di questa influenza negativa.
Tanto per ricordarci di fare qualcosa, anche noi, nel nostro piccolo, possiamo iniziare a fare del mondo un posto migliore.