Donne che guidano movimenti ecologisti
Perché c’è un trend di donne che guidano movimenti ecologisti contro la deforestazione e l’inquinamento delle acque, contro i rischi tossici e nucleari? In parte, credo, perché nella divisione del lavoro sono le donne ad essere state lasciate ad occuparsi della sussistenza, provvedere cibo, acqua, salute, cura.
Quando si tratta della sostenibilità dell’economia, le donne agiscono allo stesso tempo come esperte e provveditrici.
Ed anche se il lavoro delle donne nel fornire sussistenza è l’attività umana maggiormente vitale, un’economia patriarcale che definisce l’economia come mercato la tratta come non-lavoro.
Quando le crisi ecologiche create da un paradigma economico ecologicamente cieco conducono alla scomparsa delle foreste e dell’acqua, diffondono malattie derivate da sostanze tossiche e veleni. Di conseguenza minacciano la vita e la sopravvivenza.
Sono le donne che si sollevano a risvegliare la società rendendola consapevole della crisi, sono le donne che si sollevano a difendere la Terra e le esistenze.
Le donne stanno guidando il cambio di paradigma per allineare l’economia all’ecologia. Dopo tutto, entrambe hanno la loro radice nella parola “oikos” – la nostra casa.
Non solo le donne sono esperte di economia di sussistenza.
Sono esperte in scienza ecologica tramite la loro partecipazione quotidiana ai processi che forniscono sussistenza.
L’agricoltura industriale usa prodotti chimici sviluppati per la guerra come basi di partenza. L’ingegneria genetica è basata sull’idea dei geni come di “molecole padrone” che danno comandi unidirezionali al resto dell’organismo. La realtà è che i sistemi viventi sono auto-organizzati, interattivi e dinamici. Il genoma è fluido.
Quando bisogna arrivare a soluzioni reali per i problemi reali affrontati dal pianeta e dalle persone, è nella conoscenza soggiogata e nel lavoro invisibile delle donne, basato sulla co-creazione e la co-produzione, che la natura mostrerà la via all’umana sopravvivenza e al benessere futuro.