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Da Leonardo Da Vinci alla Teoria dei Campi delle Stringhe: Il numero 8 tra Finito ed Infinito

Il sommo genio del Rinascimento, Leonardo da Vinci — che pochi sanno fu anche un abile suonatore di lira — anticipò le moderne scoperte della meccanica quantistica e del moderno paradigma olografico con questo audace pensiero «A le stesse leggi obbediscono le onde sia de l’acqua sia del suono e della luce».

Il numero ‘8’ è uno dei numeri preferiti dalla natura ed è presente in maniera universale nei suoi molteplici aspetti.

Com’è ovvio, la sua importanza non è passata inosservata lungo la storia e già fin dall’antichità, in quelle che potremmo definire antiche scuole di saggezza, è stato insegnato sotto forma dell’arcana “Legge dell’Ottava” e fatto conoscere in Occidente attraverso gli studi di Pitagora, come principio cardine della musica basata sulle otto note di cui un’ottava musicale è composta.

Il numero ‘8’ e i suoi relativi multipli sono stati impiegati nell’architettura egizia, vedico-dravidica, mussulmana, buddhista, templare e rinascimentale: templi, chiese, moschee, castelli e palazzi, presentano nella loro architettura ottagonale questo numero sacro e i suoi relativi multipli.

Molti uomini di genio lo hanno studiato e in Occidente il più famoso è indubbiamente Leonardo da Vinci. Già in giovane età Leonardo, a causa della sua innata curiosità, ebbe accesso a un sapere posseduto da pochi.

Il genio toscano impiegò la matematica dell’8 in buona parte delle sue opere.1 Gli studi di Leonardo con un cerchio con all’interno due cerchi verticali che formano il numero 8 o elementi geometrici in unità di 8 (o di suoi multipli o sottomultipli) ci sono pervenuti in gran quantità nei suoi scritti. Gli studi sono stati elaborati in numerose varianti e applicati per le carrucole, mentre in ambito militare il genio vinciano costruì la “bombarda multipla” di 16 cannoni o l’ordigno di 16 archi o il “lanciasassi” con 8 fionde.

Il progetto delle 8 pale a vento del mulino fino ai primi prototipi di cuscinetto a sfera di Leonardo munito di 8 sfere. Persino gli ingranaggi delle macchine di Leonardo impiegano spesso 8 o 9 denti.

In ambito esoterico il numero ‘8’ rappresenta la mediazione tra Dio, raffigurato dalla perfezione del cerchio, e l’uomo, rappresentato dal quadrato. La Via Mediana è proprio l’ottagono e il cristianesimo mutuò questo sapere tanto che Ambrogio, nel IV secolo d.C., introdusse la forma dell’ottagono per i battisteri come l’unione dell’Infinito con il Finito.

Gli Esseni, la comunità da cui trae origine il cristianesimo, distinguevano otto stadi di crescita spirituale, similmente all’Ottuplice Sentiero seguito dei buddhisti. La sacralità di questo numero è conosciuta anche tra i cabalisti e il numero esoterico del serpente dell’Eden corrisponde al Messia, entrambi hanno lo stesso valore numerico, ossia l’otto.3

Leonardo, grazie al suo amore per la natura e per la conoscenza, studiò i numeri di Fibonacci, sequenza di numeri interi naturali che la natura impiega dallo sviluppo delle popolazioni di organismi viventi fino alla morfologia delle piante e degli organismi viventi. Nella oramai celeberrima sequenza di Fibonacci, 1, 1, 2, 3, 5, 8, 13, 21, 34, 55, in cui il numero successivo è formato dalla somma dei due precedenti, compare anche il numero otto.

Questa sequenza, intimamente correlata alla Sezione Aurea studiata da Leonardo da Vinci, è stata poi impiegata da Bach, Mozart, Beethoven, Stravinskij, Debussy, ecc. in alcune loro opere. Fibonacci si rese conto che lo spazio possiede una forma specifica coerente con la Sezione Aurea, in cui solo cinque tipi di solidi regolari possono essere costituiti in esso: il tetraedro, il cubo, l’ottaedro, il dodecaedro e l’icosaedro, i cosiddetti cinque solidi platonici che governano le geometrie della Fisica, della Biologia e della Musica.

In una recente intervista su Scienza e Conoscenza Michio Kaku, fisico teorico co-fondatore della Teoria dei Campi delle Stringhe, ha dichiarato che «La Fisica è la legge dell’armonia di stringhe vibranti, la Chimica sono le varie melodie che si possono suonare quando queste stringhe si scontrano l’un l’altra.(…) L’universo è una sinfonia di stringhe.», questo parallelismo tra musica e stringhe è più che legittimo anche matematicamente e possiamo vedere come i numeri 8, 888 e 24 (multipli dell’8), impiegati nelle funzioni modulari della Teoria del Tutto più accreditata nel mondo scientifico, facciano parte della matematica della Vita e sono presenti nei protocolli della musica di Bosman e della mia Scala Aurea: la 432Hz Golden Scale.

Si è dovuto arrivare al moderno paradigma olografico di David Bohm, fisico tra i più rivoluzionari del Novecento, e dell’illustre neuroscienziato Karl Pribram per comprendere l’intuizione del genio vinciano.

L’universo intero è prodotto di onde vibranti, compreso il nostro pensiero conscio e inconscio… quando osserviamo il tracciato di un encefalogramma stiamo osservando uno spartito del pensiero a quattro voci: stato delta, theta, alfa e beta; e come quest’ultimo — definito stato ordinario di consapevolezza — sia una delle voci della realtà, ma certamente non l’unica.

Ma in questo Medio Evo tecnologico, dove la mente digitale crede ancora nel mito dell’oggettività scientifica e ancora seziona con un bisturi mentale osservazione e osservato e arte e scienza inevitabilmente la musica e lo scientismo continueranno a dimenticarsi che per generare i suoni bisogna conoscere la proportio aurea studiata da giganti del pensiero come Pitagora, da Vinci, Bruno e Böhme.

Continueranno a dimenticarsi che esiste un’intonazione scientifica con cui fare la musica e che le proporzioni auree non sono contemplate nel sistema temperato, dimenticandosi che i rapporti tra le note dovrebbero seguire gli stessi rapporti matematici che governano la riproduzione di molte specie, la fillotassi e il nostro sistema solare o, se preferite, sistema Sol-La-Re.

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