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QUANDO DIO ERA FEMMINA

Nelle culture più antiche le donne avevano un ruolo importante.

La donna, si pensava, era in grado di generare bambini da sola, per partenogenesi, cioè producendoli spontaneamente nel suo ventre.

La donna in sé custodiva e faceva nascere la vita attraverso il suo utero e la sua vagina. Poi la nutriva e la faceva crescere con il latte che sgorgava dal suo seno.

Inoltre era ancora lei che inspiegabilmente ogni mese, secondo i ritmi dellʼ astro lunare, sanguinava. E, diversamente da chi perdeva sangue per una ferita, lei non moriva. Gravidanza, parto, allattamento, mestruazioni: nella donna confluivano spontaneamente Seno materno bianco nero rappresenta Dea i cicli dell’universo, della luna, delle stagioni, delle maree, della fecondità della terra.

Fu spontaneo sacralizzare il principio femminile.

E ancora oggi esistono società matriarcali. Come ci sono sempre state. Storia, fortune e sfortune dei matriarcati.

La prima scultura di forma umana che si conosca fu realizzata 35 mila anni fa. È un pendaglio di avorio di mammut, ( nella foto ) lungo appena 6 centimetri, ritrovato nella grotta di Hohle Fels, in Germania. La statuina scoperta nel 2008 rappresenta una donna grassa, con seni spropositati, natiche grandi e sporgenti e una vulva accentuata.

Era con tutta probabilità una divinità femminile, da portare al collo.

Nelle civiltà preistoriche femminili, anche dette civiltà antiche, non esistevano la famiglia, la proprietà privata, la gerarchia, la guerra. La divinità era femminile, identificata con la Madre Terra e la maternità in generale.

Divinità femminili obese, che rappresentavano una dea madre, sono state trovate fra i megaliti di Malta, dove una civiltà realizzò templi utilizzando grandi blocchi di pietra, nel IV millennio a. C., 1500 anni prima che in Egitto si costruisse la piramide a gradoni di Saqqara

Non c’era separazione tra il sacro e il profano, anzi meglio sarebbe dire che il concetto di profano era sconosciuto: tutto ciò che accadeva sulla terra era sacro, e per tanto onorato come tale.

La società era organizzata in piccoli clan che avevano come referente per tutte le questioni pubbliche e private la donna più anziana. Tutte le decisioni venivano prese collettivamente da gruppi di donne che allevavano anche i figli.

Se a quei tempi la divinità principale era femmina, il ruolo delle donne doveva essere importante, non inferiore a quello dei maschi. Anzi, per tutto il Paleolitico, specialmente 25 mila o 20 mila anni fa, le cosiddette Veneri, statuine ritrovate in Europa e Asia, hanno rimarcato il concetto del “dio femmina”.

Non solo: statue e statuette di donne abbondanti e gravide, simboli di rigenerazione e nutrimento, erano diffuse in tutto il Neolitico, il periodo in cui si imparò a coltivare le piante e ad allevare gli animali. A Çatal Hüyüc, in Turchia, erano per esempio oggetto di culto in uno dei primi grandi villaggi agricoli.

Le donne erano: sacerdotesse, guaritrici, raccoglitrici di erbe per l’alimentazione e per la cura, cuoche (ovvero chimiche che studiavano la combinazione degli alimenti), inventrici (l’ago è una delle più antiche invenzioni dell’umanità), artigiane (ovvero artiste: le anfore e i primi utensili sono tutti a forma di donna, o ispirati alle forme femminili, all’ idea materna di ‘contenere, proteggere, conservare’) custodi della memoria e delle tradizioni.

Alle donne della preistoria si devono alcune tra le più importanti invenzioni dell’umanità, tutt’oggi fondamentali per la sopravvivenza del nostra specie: l’agricoltura (furono le raccoglitrici le prime esperte di vegetazione, che capirono il rapporto tra seme e germoglio, che scoprirono come, dove e quando seminare per poter raccogliere: la marra, primo aratro della nostra civiltà, fu invenzione e strumento femminile per antonomasia); la conservazione degli alimenti (cottura, essiccazione, ecc. e tutti i procedimenti per creare delle riserve di cibo); l’allevamento del bestiame (furono sempre le donne ad addomesticare i primi animali selvatici, attaccandosi i cuccioli al seno, si fecero amici i lupi, i tori, gli agnelli, ecc.); l’abbigliamento (cucendo insieme pelli di animali); il fuoco.

 

D’altra parte, se  non abbiamo la certezza che sia stata una donna a scoprire come conservarlo, ci sono molte probabilità chi sia stata una donna a scoprire come utilizzarlo per cucinare, e di conseguenza per fondere, per rendere resistente l’argilla, ecc.

Del resto, erano vestali le custodi del ‘fuoco sacro’…

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