Psicologia spirituale

Cenerentola e la capacità di superare il destino fatto dagli altri.

“Cenerentola, fanciulla coperta di cenere,
invece che di polvere. Lampada nascosta,
finché le due sorellastre, pessime e nervose,
la costringevano al ruolo di sguattera.
Ma nell’eterno codice delle fiabe e dei testi sacri,
sorelle e fratelli sono puntualmente sfaccettature di un unico io. Lei e le due antipatiche erano, cioè,
un unico individuo. Le due, pulite, agghindate, litigiose, rappresentano la maschera che ognuno mostra nel mondo degli altri. Sono due, e aggressive,
perché quella maschera è prodotta da conflitti
e ne produce di continuo; e appena si forma, sopraffà il vero io, lo esclude sempre più.
Così anche Cenerentola è esclusa e sopraffatta:
loro vanno alla festa a palazzo, lei no.
Se ne sta accanto al camino, prigioniera di una casa;
ed è bellissima e sporca della cenere
di un fuoco che arde non nel camino,
ma in lei, invano.
Insomma è tutto ciò che precede e che prepara ad una iniziazione”.
da ( il mondo invisibile) Sibaldi

La “storia” è nota a tutti noi sin dai tempi dell’infanzia e non è dunque necessario sintetizzarla, prima di procedere all’analisi dei suoi elementi costitutivi.

“Cenerentola” è universalmente nota nella versione secentesca del Perrault e in quella ottocentesca dei fratelli Grimm, ma le sue origini vanno ricercate  nella Cina del IX secolo, nella storia di Yeh-Shen narrata da Tuan Ch’ing-Shih. Ed è proprio in questa “sorgente” che già troviamo, in chiave “culturale” quel significato che a noi non appare “evidente” e va ricercato attraverso l’approccio psicanalitico.

Cenerentola vive forti sentimenti di abbandono e si sente non meritevole di amore , cosa che può essere molto forte in una condizione di rivalità dove circolano forme d’odio,di rancore e sentimenti fortemente distruttivi all’interno delle famiglie senza che possano essere efficacemente affrontati.

Ci parla della “tipica dinamica familiare” e della possibilità che ognuno ha di potere uscire fuori senza rimanere vittime del destino che qualcun’altro  scelto per noi, dinamica Luna- Venere in cui la madre che non vive la sua parte Venusiana finisce per sentirsi completamente bloccata nel momento in cui la figlia mostra i suoi bisogni erotici e la sua capacita’ di conquista. Ma anche della proiezione della propria rabbia e distruttività sulla Madre, in quanto non ancora in grado di assumersi la responsabilità della propria vita affettiva.

In un senso più esoterico ,Cenerentola rappresenta l’anima di chi un bel giorno, dopo aver sentito forte il richiamo del Cielo, per prima cosa comincia a farsi alleati gli istinti (cane, cavallo, topolini, e persino il gatto, che, nonostante tutto è costretto ad ubbidire).

Tali alleati  riusciranno a spianare la strada che la porterà all’incontro col principe (Spirito).

Chi ha scritto questa favola, più che la mente usa il cuore e l’immaginazione: nella situazione di partenza, a Cenerentola viene lasciata la sola libertà di sognare.

Ora, sognare il Bene vuol dire “creare” quel magnete che infallibilmente Lo attrae, e nel momento in cui i suoi sogni sono bagnati da lacrime di disperazione e marciscono in una profonda e pesante malinconia che non lascia fiorire le erbacce dell’ira e dell’odio, in quello stesso momento, tutto il Cielo si muove perché i suoi sogni si avverino.

La fata Smemorina rappresenta quell’energia sovrumana capace di vincere ogni ostacolo, quella fede che riesce a smuovere le montagne e a far trasmutare le cose. Cenerentola ha “prodotto” l’elisir, e da lì a poco, sposando il Principe, sarà in possesso della Pietra Filosofale, o per meglio dire, la Vita Universale prenderà stabile possesso di lei.

   Ma adesso diamo un rapido sguardo ad alcuni particolari:

–    Tutti i topolini hanno in testa il berretto frigio, lo stesso che avevamo già visto indossare dai sette gnomi di Biancaneve: sono i sensi che, ribellandosi al corpo-ego (quel copricapo è dunque simbolo di rivoluzione: vedi quella francese…), invertono tendenza;

–    E’ il Re che decide di volere dei nipotini, cioè è la Grazia che ha deciso di scendere per incotrare i meriti, ovvero, con le nostre sole forze non potremmo far niente di niente: da qui la raccomandazione dell’alchimista di pregare con tutte le forze l’Onnipotente;

–    Il piede piccolo di Cenerentola simboleggia un Malkuth molto “piccolo”, cioè un’anima progredita che, avendo ormai alzato lo sguardo al Cielo, dà alla terra solo il necessario;

–    Infine veniamo al momento culminante della fiaba: l’incontro ed il matrimonio col Principe.

Di nozze mistiche ci si può fare scorpacciate leggendo la vita dei mistici di tutte le tradizioni religiose. Ogni Santo o Santa parlando del momento dell’unione, dell’ estasi, usa un linguaggio d’amore.

Perché? Perché il serpente è stato inchiodato sulla croce, la Kundalini è stata definitivamente elevata.

Il suo sibilo è prodotto dall’energia che scorre dentro i canali sottili del corpo; il vento che essa produce fa muovere tutto il corpo in preda a spasmi “amorosi”, ed il mistico o la mistica, avendo la sensazione di abbracciare una controparte sottile, un’amante invisibile, non può parlarne che in termini amorosi.

Cenerentola diventa Regina non per suoi privilegi o ricchezze di casta da mantenere e preservare, essendo essa solo una schiava, ma per la sua bellezza e la bellezza della sua anima, finalmente liberata dal conflitto.

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