Psicologia spirituale

Alchimia ovvero la ricerca dell’oro spirituale

Tra scienza empirica e arte

Fin quasi dall’inizio, l’alchimia procedette in due direzioni: una dava risalto a quel tipo di sperimentazione pratica che avrebbe infine portato alla nascita della chimica moderna, l’altra era più orientata verso il misticismo.

Nel XVIII secolo l’alchimia mistica e allegorica aveva ormai perso ogni rigore scientifico. Eppure delle due correnti sarebbe sopravvissuta proprio questa.

La maggioranza degli alchimisti contemporanei ritiene che la ricerca dell’oro e di un’anima pura siano strettamente collegate. Molti hanno colto le implicazioni spirituali dell’alchimia, simbolo di uno stile di vita che esalta la supremazia dei valori spirituali sugli obiettivi materiali.

Una disciplina, tra la scienza empirica e l’arte, volta a trasmutare i metalli in oro, alla ricerca della pietra filosofale e dell’elisir di lunga vita.

Ma il suo potente significato ideale è stato infine riscoperto da Carl Gustav Jung.

Prima di Carl Gustav Jung si tendeva a considerare l’alchimia solo dal punto di vista della magia o della storia della scienza e la si concepì come una pratica antesignana della moderna chimica, dato che in effetti qualche reazione notevole fu trovata dagli alchimisti, gli acidi minerali, alcuni sali, l’acqua regia, gli alcoli.

Ma oggi il suo significato ideale, una mappa allegorica per la trasmutazione della coscienza, ha trovato la dovuta attenzione.

L’alchimia fu intesa da Jung come una disciplina teorico-pratica basata su presupposte corrispondenze, influssi, fra le diverse componenti visibili e invisibili del cosmo.

Il lavoro si proponeva, attraverso complesse operazioni (l’opera alchemica) e attraverso colui che compiva queste operazioni (l’alchimista), di trasformare i metalli “vili” come il piombo in metalli “nobili”come l’oro.

Jung intese giustamente l’alchimia come un ricco movimento di natura quasi religiosa, attraverso cui la pulsione interiore tendente alla trasformazione, alla liberazione della psiche umana dalle tenebre dell’ignoranza, era “proiettata” e vissuta nelle manipolazioni delle sostanze materiali.

All’interno del laboratorio dell’alchimista, negli alambicchi, al fuoco del forno fusorio si attendeva la manifestazione del frutto di tanto lavoro: l’oro. Il simbolismo alchemico esprimeva, con differenti termini, l’evoluzione della personalità.

La psicologia e l’alchimia, dunque, oltre che scienze, sono lo strumento per dimostrare la realtà di un istinto umano di saggezza, di una pulsione, oggettivamente attiva nella psiche, a uscire dalle oscurità dell’ignoranza per accedere all’aurea conoscenza del loro signifìcato profondo e più puro.

Gli alchimisti cercavano di trasformare i metalli in oro. In realtà, chiudendosi nei loro laboratori, stavano trasformando se stessi.

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