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Storia di una Fata che perse le ali: Malefica

Introduzione

“Malefica è la donna arrabbiata che, per contrapporsi al maschile, ha difficoltà a riconoscere e a proteggere la propria identità e il proprio progetto di vita»

“Lo straordinario potere creativo della nostra componente femminile è stato costantemente svilito dal pensiero lineare maschile, dal bisogno di controllo, dal desiderio di dominio. Ciò ha prodotto notevoli conseguenze in tutti i settori della vita, e in particolare nella condizione delle donne.”

La storia di Malefica, è il finale alternativo della Bella Addormentata nel Bosco.

La strega qui è ancora una fata appena adolescente che, come tutte le fate della tradizione folclorica europea, vive a contatto con la natura che è incaricata di custodire.

Lei è già, in erba, quello che sarà quando il suo sviluppo sarà completato: indipendente, coraggiosa e molto forte, più forte delle altre fate anche per via delle grandi ali scure in grado di portarla con rapidità straordinaria ovunque ella voglia.

E’ la storia del femminile attraverso i millenni e quindi, ma non solo, la storia della donna e della sua ferita.

Si, perché, è bene ricordarlo, parlare di femminile non vuol dire parlare solo di donne ma vuol dire parlare di civilità, di società, del modo in cui l’essere umano considera se stesso e approccia il mondo e gli altri esseri umani, di come vive i sentimenti e i propri punti di forza e le proprie fragilità.

Quello che si dovrebbe dire infatti è che prima ancora delle donne, vilipeso, schiacciato, negato, marginalizzato è stato proprio il femminile o per dirlo alla Goethe, il femminino.

E le donne, il femminile, hanno il compito di incarnarlo nel corpo e di esserne custodi nello spirito, luoghi dove portano incisi i segni di questa negazione millenaria.

La storia di Malefica è la rappresentazione del conflitto scoppiato tra donne e uomini ( ma forse sarebbe più corretto dire tra maschile e femminile ) a seguito dell’affermarsi del patriarcato: le donne, in quanto femmine sono “arrabbiate con gli uomini che hanno impedito loro di esprimere i propri poteri straordinari”:

Stefano, amico ed innamorato di Malefica prima di diventare re, e proprio allo scopo di diventarlo, la tradisce e le taglia via le ali dopo averla addormentata. Le ali rappresentano la forza e i poteri di cui le donne sono state private dalla civiltà patriarcale, privazione che ha generato un conflitto e che, per certi versi, ha fatto “degenerare” il femminile.

La nuova Malefica è una fata che ha perso le ali (e la testa) ma ci mostra le ragioni che la inducono a diventare cattiva. Il male diventa dunque una reazione all ’ingiustizia e il vero amore si rivela solo quello materno.

L’amore materno è l’unico che vale?

Il sortilegio lanciato sulla culla non è più però il cuore della storia ma il danno collaterale di un tradimento concepito da un giovane popolano, povero di mezzi e privo di anima, che innamora Malefica, fata alata di un regno incantato minacciato senza sosta dagli umani. Ambizioso e crudele, il piccolo uomo ‘tarperà’ le ali a Malefica, guadagnando trono e regina, quella con cui genererà Aurora e un mucchio di guai. 

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